


Qualcuno mi aiuti.
Qualcuno mi spieghi quando, esattamente, quell’esserino raggrinzito in cui sembrava impossibile albergassero polmoni tanto potenti, fautieri di urli tanto beduini – due kili e mezzo di peso, duecento neper di intensità acustica alla nascita – ha smesso di essere il bambolotto pacioso che alla mia vista s’illuminava a giorno, regalando meravigliosi sorrisi sdentati e pugnetti protesi al cielo (ovvero a Me;-) per trasformarsi in questa crisalide di ragazza tutta gambe e occhioni acquamarina che dissente alzando un sopracciglio senza far domande e si chiude in cameretta per aggiornare in gran segreto il suo diario segretissimo – salvo poi fartelo casualmente ritrovare aperto sulla scrivania la mattina dopo alla pagina di, em, interesse.
Sta crescendo veloce, velocissima, questa mia bambina tutta sorrisi, che dando prova di un corredo genetico ben shakerato, ma anche e soprattutto di un bel paccozzo di merito di suo – si dimostra accogliente e protettiva verso gli amici, dolce e affettuosa oltre ogni dire con la sua famiglia, ove sfiora vette inesplorate di koalume zuccheroso ma autentico con i nonni materni, meticolosa e precisa a scuola quanto concentrata e zelante nello sport. Ambiti in cui non è competitiva manco per sbaglio, ché la competitività non è decisamente il fil rouge che imbastisce questa famiglia, come riconosco a denti stretti perché più il tempo passa, più m’accorgo che un briciolo di spirito battagliero in più non guasterebbe.
In compenso, da qualche mese a questa parte mi sveglio ancora col tepore del suo corpicino/calorifero addosso, perché la minore ha stabilito che il letto matrimoniale concilia meglio i suoi sogni di marshmallow ed unicorni. Una manciata d’anni e si vergognerà se accennerò anche solo sbaciucchiarla in pubblico, quindi perché no? mi autoconvinco ogni santa sera, combattuta fra la pigrizia e la perplessità, mentre ad alzare il sopracciglio è , a questo giro, il povero pater familias.
Come la mamma – e la nonna – ama giocare con le parole per addomesticarle, e lo fa mettendo mano in contemporanea a produzioni ambiziose e naif di generi letterari variegati: diari, raccolte di barzellette, racconti brevi e… dediche agli amici, più o meno velate.
Di recente m’ha mostrato questa qui sopra, chiedendomi se assommando numero di punti esclamativi, faccine sorridenti e carte Pokemon, il destinatario nonché compagno di banco potesse almeno vagamente realizzare che la mittente ha, diciamo, una marcata simpatia/infatuazione per lui.
E qui una volta tanto mi sono sentita di essere categorica:
No Pagnott’, proprio no.
Ha 9 anni, è maschio, se tutto va bene a Natale avrà ricevuto la Play o qualcosa del genere.
C’è tempo – non troppo, ma ce n’è ancora -…
per fortuna!
primi, innocenti segnali di una bimba che si avvia all’adolescenza….non temere, è tutto nella norma!
ciao Kiara, un abbraccio
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Antò, come sempre cogli nel segno. La pupa cresce, la mia cervicale peggiora, tutto nella norma, vero. Ma la prima parte, quella della giovane erede che m’arriva ormai alla spalla, non è tanto facile da accettare…;-)
"Mi piace""Mi piace"