Appunti di (non) normalità da quarantena

In queste lunghe settimane apocalittiche e surreali, dopo almeno dieci risvegli consecutivi prima dell’alba con cuore in gola e un “no, no, dimmi che è stato un sogno, dimmi che non è ver…nooo, lo è” in testa, ho maturato almeno una convinzione. Le pandemie, come le calamità naturali, hanno perlomeno un risvolto positivo: quando è in gioco la sopravvivenza, ti portano a spazzar via tutto il superfluo e a ridare la giusta importanza a ciò che realmente conta. Relazioni umane innanzitutto.

Involontario barometro delle emozioni e del sentire altri, il dannato COVID-19 ha scoperchiato quelli che per me son stati una serie di rivelatori vasi di Pandora. Persone che chiamano e scrivono con assiduità, genuinamente interessati a come stai, a come affronti l’inedita reclusione forzata, che estendono il loro interesse e il loro pensiero ai tuoi genitori anziani, ai suoceri, ai tuoi cari; persone che da mattino e sera si sentono in dovere di tirar su le tue labbra piegate dall’amarezza a colpi di barzellette, video-parodia e cori di discutibile gusto; e ancora, persone il cui spessore intellettivo si rivela essere quello di un bastoncino di merluzzo e che tuttavia, quando tu inizi a pensare che la tua capacità di pensiero si sia rattrappita e la tua testa ospiti solo palline scoppietanti (ma vuote) di pluriball, hanno il grande pregio di farti tornare a sentire non dico intelligente ma quantomeno lucido. Consapevole. E di conseguenaza, preoccupato.

Non possiamo nasconderci dietro un dito: quest’epidemia/ormai pandemia è davvero un’apocalisse, una sciagura come poche prima al mondo, e se talora lo sgomento si fa vertigine, senso di impotenza, abissi di paura e fiumi di pianto non dobbiamo vergognarcene, anzi. Personalmente, mi farei qualche domanda se la mia unica reazione fosse spammare l’etere di orrendi fotomontaggi Paint.

Poi, chiaro, l’istinto di sopravvivenza soccorre tutti ed allora, nel fortunato evento in cui non si contino parenti attaccati ai respiratori, si cerca e si deve vestire di una parvenza di normalità questo inanellarsi sempre uguale di giornate sospese che tutto sono, tranne che normali.

Qui a casa Koala, per esempio, la (non) normalità è fatta di (tanto) smart-working, il che mi ha portato ad ordinare una panciuta sedia da ufficio per ovviare al mal di schiena perenne da seduta rigida della cucina; di giochi di società e di un inedito marito che si cala nei panni del masterchef de noiarti la domenica mattina; e ancora, la (non) normalità sono capriole di coccole e solletico al risveglio nel lettone al mattino ed odi unanimi alla vasta libreria di Netflix la sera, sul divano: la deliziosa sudcoreana “Crash landing on you” è al momento sul podio tra le serie in visione su questi lidi.

Ma la (non) normalità è anche far conversazione coi vicini terrezzati rimescolando pigri il Nescafé del dopo pranzo – vicini con cui magari sino all’altroieri non ci si scambiava neanche un ciao; okay, togliamo pur il magari; il (non) normale è sciabattare rassegnati su un parquet lucido come mai prima per cercare l’apribottiglie da una spolverata di cassetti ordinati e precisetti come manco quando ci montarono la cucina, nel glorioso luglio 2010. La (non) normalità è ricamare cuccioli ciuffosi di Fox Terrier per un’amica e nel farlo sospirare e chiederti chissà quando riuscirai anche a consegnarle, i suoi ricami.

E’ tutto (non) normale, è tutto maldestro e improvvisato perché ormai anche l’intimità forzata delle tue quattro mura ha perso il suo potere implicito di farti sentire al riparo dal mondo, inghiottito da una faglia sismica nel tempo di un: Wuhan che?

E’ (non) normale, lo so, ma anche l’unica non-normalità che conosco al momento.

Perciò avanti tutta.

Che indietro, di sicuro, non si torna…

2 pensieri riguardo “Appunti di (non) normalità da quarantena

  1. ” persone il cui spessore intellettivo si rivela essere quello di un bastoncino di merluzzo “…come fare a non ridere davanti a cotanta battuta Kiarina! 🙂
    Anche io riscontro un senso di solidarietà in questo mare forza 7 che ha sconvolto le nostre abitudini di vita. Concordo in pieno con la tua analisi molto profonda e significativa…tu sei una penna stupenda prestata ad altra attività!
    Insieme a te dico “avanti tutta”!
    un abbraccio affettuoso 🙂

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    1. Mio caro Anto, che hai sempre il potere di strapparmi un sorriso, persino quando annaspo in un mare di…bastoncini di merluzzo Findus, ahahah. Grazie, grazie per le tue belle parole e mi fa piacere trovarti d’accordo sul fatto che questo COVID ci sta metendo spalle al muro…su tanti ronti, ecco. Quel che è certo è che non ne usciremo uguali a prima. Ma alla luce delle osservazioni che hai condiviso, non è detto che sarà un male, ecco 🙂 Un abbraccio!

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