Libri e lockdown, accoppiata azzardata

Cari amici quarantenati-ma-un-po’-meno!

Mettetevi comodi che per finire questo post c’ho messo tre giorni; perché no, questa quarantena non mi ha regalato né tempo da dedicare a me medesima né possibilità di coltivare nuovi skills, hobbies e neppure gerani. E tantomeno il tempo di coltivare il blog, com’è evidente.

Voglio comunque provare a raccontarvi delle mie assoltamente random letture da reclusa, partendo da una doverosa premessa.

Non ci voleva infatti l’Organizzazione per la Cooperazione e per lo Sviluppo – né le faccette contrite della Barbarella d’Urso nazionale nel suo contenitore trash pomeridiano – per riconoscere che, se già in condizioni di normalità le donne italiane occupate lavorano ogni giorno circa 4 ore in più degli uomini se al lavoro retribuito si somma quello domestico, un vero e proprio record (in negativo) in Europa, la quarantena ha almeno triplicato il peso dell’emergenza sulle loro spalle.

Perché se allo smart-working si assommano le consuete 4 ore extra di incombenze casalinghe, ma anche un numero di pasti domestici e/o commensali improvvisamente lievitato, la disinfestazione compulsiva di casa/spesa/abiti/ambienti, l’home schooling per chi ha figli in età scolare e un palinsesto di videolezioni partito, per dire, solo addì 11 maggio (ed ogni riferimento a fatti e persone…), senza parlare del contenimento delle intemperanze degli altri abitanti della casa perché si sa, la quarantena ha fatto sbarellare almeno un italiano su due…

ecco, se a otto ore di lavoro al PC (sempre per dire) s’assomma tutto il resto, questo maledetto COVID ha messo noi donne decisamente sotto scacco. E beninteso, la legnata poderosa è estesa anche alle casalinghe di professione, eh: nessuna donna di mia conoscenza portatrice sana di famiglia a carico s’è salvata, in termini di iper-carico, durante questo lockdown.

Si son salvate, immagino, le single – categoria che ho invidiato dal profondo delle viscere per tutti gli oltre sessanta giorni di quarantena “stretta” – che, sempre se la salute propria e altrui consentiva, chiaro, hanno invece magari approfittato di questo tempo sospeso per imprimere un twist persino in positivo alla loro daily routine – come dicono le blogger quarantenate in leggings e top mentre anncheggiano sul tapis roulant e mostrano la prima pastiera della vitah nelle loro IG stories tutte identiche.

Hobbies, ginnastica, letture… ecco, loro sì che magari ce l’han fatta! Perché qui – come già detto – col cavolo che il tempo libero per fare un po’ quello che ci pare s’è moltiplicato: s’è assottigliato al pari del mio girovita… perché care amiche di Fitv*a, Herbal*fe e affini…nulla affama e smagrisce più di una cazzuolata bella ricolma di stress, sappiatelo.

Ma bando alle ciance e alle premesse peraltro pure un po’ inutili, ché il leit motiv delle conversazioni, chat e zoommate con il 99,99% tra amiche, qui e in quarantena, è stato esattamente lo sproposito di lavoro atterrato sulla capoccia di noi mamme/mogli/massaie/maestre/maanchebasta.

Passiamo alle mie letture, che sì, per quando sembri un controsenso rispetto a tutto il pippone di cui sopra, tra marzo, aprile e questo scampolo di maggio sono state molte...sebbene abbastanza sfortunate.

Da quando il lockdown è iniziato, infatti, complice l’insonnia che credo abbia colpito la metà dello stivale, le due attività principali cui mi dedic(av)o dalle 5 o 6 del mattino son state il ricamo e i libri. Ah, e naturalmente l’acquisto online di materiale di supporto per entrambe le attività; il sito di Mani di Fata credo resisterà alla crisi anche grazie a me;)

Purtroppo, sulla scia del clima abbastanza angosciante soprattutto delle prime settimane di marzo, l’effetto immediato della reclusione domestica è stato una sorta di repulsione pressoché immediata per tutta la produzione scritta che mi capitasse tra le mani.

Avessi avuto davanti anche il nobel per la letteratura (anche se non c’era pericolo: i tre neuroni svegli all’alba potevano affrontare poco più dell’almanacco di Topolino) lo avrei probabilmente schifato. E’ andata leggermente meglio nelle settimane a venire, se non altro perché la lettura al far del sole rappresentava il mio angoletto d’evasione da una situazione domestica fattasi davvero ma davvero ma davvero (ho già detto: davvero?) pesante. Ora va meglio, e infatti le mie recensioni su Goodreads finalmente superano le due stelline e un quarto; se volete farvi due risate, le ho recuperate e inserite nei permalink.

Le mie prigioni letture in quarantena

A metà marzo la family tutta s’è intrippata di brutto (mmm…’na frase che sembra uscito dal TikTok della minore, aiut) per un drama coreano trasmesso da Netflix che non saprei come definire se non: unico nel suo genere. Mai, mai visto nulla di simile! La serie si intitola “Crash Landing on you” e racconta le peripezie di un’irresistibile ereditiera di Seul che a causa di un incidente col parapendio supera il 38° parallelo e finisce in terra nordcoreana. Qui incontrerà l’amore nella persona del (figherrimo) ufficiale Ri Jeong-hyuk e tutta la serie ruoterà attorno all’improbabile storia d’amore tra due protagonisti, ma soprattutto due civiltà, tanto diversi. Bello bello bello. Ma perché questa intro? Perché conquistata dalla storia di Yoon Se-ri e del suo militare/pianista (e mo’ basta che sennò vi svelo troppo: se avete Netflix, guardatela) ho ordinato alcuni libri aventi ad oggetto Corea del Sud e Corea del Nord:

Dalla Corea del Sud: vita da precaria tra neon e bandiere sciamaniche di Anna Maria Mariani. Due stellette soltanto: l’ho trovata un’occasione sprecata per dar la parola al Paese e far un passo indietro con l’autoreferenzialità. Bonus track: in compenso ho imparato la ricetta per il kimchi, il totemico cavolo fermentato che unisce tutti i coreani, dal nord al sud attraversando la zona demilitarizzata. La mia recensione su Goodreads è qui: https://www.goodreads.com/review/show/3275844755

Pyongyang Blues di Carla Vitantonio. Idem con patate anche spostandoci nell’impenetrabile Corea del Nord. Tantissime divagazioni, poca ditattura. Tutta la mia schizzinosità su: https://www.goodreads.com/review/show/3275847049

Finita la parentesi dell’Oriente, ho cercato suggestioni più vicine. E dunque:

Zero gradi di Roberta Colombo. Questa in realtà – mi ricorda il buon Goodreads – è la prima lettura che mi ha traghettata in quarantena. Nelle prime settimane a casa ordinavo libri a sorpresa da far recapitare anche ai miei genitori perché si svagassero un po’ e questo è stato uno di quelli, che poi mia madre mi ha passato. Per la verità, me lo ha passato tipo 24 ore dopo il passaggio del corriere con la raccomandazione di “tenermelo pure”: un segnale che non ho saputo cogliere? In realtà la storia è leggera e scorrevole e insomma si fa leggere anche in tempi di pigrizia claustrale. Per saperne di più: https://www.goodreads.com/review/show/3201605288

Vacanze inglesi di Joseph Connolly. Never judge a book by its cover, mai giudicare dalle apparenze, è quel che posso ripromettermi dopo aver macinato a fatica questo polpettone grottesco e triviale, che ha (letteralmente) una copertina bellissima, e che nelle intezioni dell’autore immagino dovesse risultare ironico/esilarante. Bonus track: è la seconda volta che lo compro, quanto potere gli zuccheri in copertina! L’ho demolito qui: https://www.goodreads.com/review/show/3235642659

La giusta distanza di Sara Rattaro. Idem come sopra: poiché la mia razionale e scientifica scelta libresca avviene, in un buon 50% dei casi, in virtù di una copertina appariscente, colorata, leziosa… le librerie di casa collezionano dorsi cromaticamente suggestivi ed io cocenti delusioni per storie definite illuminanti, struggenti, decadenti…ma che a me sembrano di una banalità sconcertante. Poi ripeto: di solito non sono così drastica, solo in prigionia domiciliare ho raggiunto il picco: https://www.goodreads.com/review/show/3156899700

Adulti di Caroline Hulse. E finalmente, gradita quasi (ho detto: quasi) quanto addì 4 maggio 2020 – fase due del lockdown – la commedia brillante di cui sentivamo un gran bisogno: padre e madre separati regalano alla figliola una vacanza alternativa nello Yorkshire con i rispettivi nuovi compagni. Si ride, si piange, sicuramente non è alta letteratura, ma preziosa compagnia per quarantenate insonni sì. Le mie quattro stelle di riconoscenza qui: https://www.goodreads.com/review/show/3187246711

Tropicario italiano di Fabrizio Petrarca. E dopo pochi acquisti fortunati, il saggio più interessante di tutta la quarantena: l’imperdibile caravanserraglio degli italiani in vacanza nelle località che un tempo erano esclusive ed ora irrimediabilmente “cafonal chic” occhieggiava già da mesi nella Billy di casa, pronto solo ad essere assaporato. Lentamente, molto lentamente, perché lo stile dell’autore è ricco, iperbolico, un continuo di rimandi e citazioni socio-letterarie da centellinare con criterio e ammirazione. Il mio bravo Fabrì è qui: https://www.goodreads.com/review/show/3215173955

Se chiudo gli occhi di Simona Sparaco. Vuoi per il mood cinerino da quarantena, vuoi per la stanchezza perenne avvinghiata alle ossa in queste giornate campali di superlavoro, questa autrice, che pure mi piace molto, qui non è riuscita a convincermi. Consiglio il suo Equazione di un amore, che ai tempi mi fece lacrimare come un vitello, ma non raccomando questo e qui vi spiego il perché: https://www.goodreads.com/review/show/3195594019

E i figli dopo di loro di Nicholas Mathieu. Ho davvero scritto “un imponente romanzo corale ambientato nella Francia post-industrale”? Pare di sì, perché la struttura è ambiziosa davvero, l’idea originale anche se nel complesso il mio giudizio è un ni, come ho scritto qui: https://www.goodreads.com/review/show/2965959919

Le fedeltà invisibili di Deplhine De Vigan. Tutte ma proprio tutte le storie (malate, per dirla alla Pagnottella) della De Vigan sortiscono l’immancabile effetto di un pugno dritto allo stomaco e questa non è da meno. Ma è un pugno ben assestato e un dolore che fa riflettere. Il mio poi è molto fresco perché ho terminato la lettura un paio di giorni fa e ne ho parlato qui: https://www.goodreads.com/review/show/3047849175

E a questo punto una doverosa ola da Curva Sud a chi, indomito e sprezzante della palpebra calante, è giunto fino a qui. In realtà sono molto tentata di aggiungere che ho un’altra torre pendente di libri sul comodino (accanto alla Nutella) ma dato che dalla quarantena dobbiamo sforzarci di uscire migliori (e uscire e basta) vi risparmierò. Andate in pace, e se almeno voi trovate mascherine a 50cent + IVA, battete un colpo.

3 pensieri riguardo “Libri e lockdown, accoppiata azzardata

  1. Silvio Pellico avrebbe riscritto “le mie prigioni in quarantena” 🙂
    Mi fai ridere come uno scemo….ma dove peschi la tua terminologia?
    “nulla affama e smagrisce più di una cazzuolata bella ricolma di stress, sappiatelo” 🙂
    sei sempre forte!
    Una volta nei blog esisteva l’home page….i tuoi post ci sarebbero finiti tutti di diritto!
    ciao Kiara (complimenti per la foto)

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    1. Ahahaha e tu fai (sor)ridere di cuore me! Felice di strapparti una risata in queste giornate ben poco liete. Pensa, per un nanosecondo m’e’ addirittura passato per la testa di cimentarmi in un racconto lungo, in questi lunghi mesi, ma poi non ho saputo ‘resistere’ al fascino di lavatrice, lavastoviglie e compagnia. Perché purtroppo l’intero, quello sulle povere donne stremata dal virus anche quando sane, è tutta vera. Ciao amico mio, alla prossima! 😘

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