








No, non leggerò quel malloppazzo di Spare perché m’è bastata la serie di Netflix per farmi ricredere sulla non-più-royal couple del Sussex/Montecito che lì per lì aveva attirato le mie simpatie: giovani, belli & ribelli. Seee.
Allergico ai media e nemico giurato della stampa che tanta responsabilità ebbe nella tragica morte della mamma (vero), il fratellino di William ha giust’appunto pensato di fare degli ultimi tre/quattro anni tra Buckingham Palace e Sognando California una serie TV in sei puntate che è un cliffhanger di vittimismo ed autocelebrazione che Evita Peron, scansate!;
un’ospitata milionaria nel salotto più popolare d’America, quello di Oprah;
ennemila puntate in Late Show minori ed ora, beh, come eludere definitivamente l’obiettivo del Grande Fratello se non con un memoriale bomba le cui cinquecento pagine e passa son la versione moderna e incoronata di Oliver Twist? Padre anaffettivo, fratello subdolo, matrigna cattiva, lutti negati e gioventù bruciata …è o non è materiale per un cartoon Disney che si chiuderebbe, però, con immancabile lieto fine?
Ecco, poiché sul lieto fine della diaspora dei Sussex dubito fortemente, no, grazie, come detto sento di aver già dato.
Ma invece di star qui a demolire la novità editoriale del nuovo anno, il sempre fedele Goodreads – l’unico social che non ti fa sentire un boomer senza speranze anche se hai (da mo’) passato gli anta mi informa che nel 2022 ho ingollato la bellezza di 64 libri! Complici il Kindle, che per me è sinonimo di complusione alla lettura veloce, una biblioteca cittadina sempre più fornita e la sempre fruttifera parentesi vacanziera – ad agosto, nelle sole tratte di mare Livorno-Olbia & ritorno mi pare di aver macinato quattro libri – non posso effettivamente lamentarmi della mia Reading Challenge.
Ma ad oggi, cosa ne resta? Al netto di qualche Twingo, parecchie & scattanti Ferrari (cit. BZRP Music Sessions #53 by Shakira).
Da cosa partiamo? Massì, facciamo dai flop, dai, fosse mai che vi risparmi qualche acquisto incauto – e che mi attiri le ire di chi quel testo l’ha amato e lo lovva tuttora tantissimo, e vabbeh. Seguiranno i TOP, che in realtà son stati molti di più di questa frettolosa cinquina. Come sempre, se avete amato o odiato fortissimamente nel 2022…raccontatemi cosa, se vi va.
I FLOP LETTERARI DEL 2022
Un matrimonio perfetto, Sarah Pinborough
Se esiste in letteratura l’equivalente dei Razzle Awards per il cinema questo mix letale di soft porno & giallo di bassa lega entra a pieno diritto nella top ten della categoria. Osceno, in tutte le sue accezioni, e poi prolissooo, noioso, inconcludente.
La candidata perfetta, Greer Hedricks e Sarah Pekkanen
Dopo aver buttato alle ortiche ore preziose per capire dove il legame malato e privo di qualunque logica e credibilità tra la sadica psichiatra newyorkese che individua nella make-up artist squattrinata ma modaiola la candidata perfetta del titolo al suo studio su etica e morale, ve lo posso anticipare così da risparmiarvi l’acquisto: non porta assolutamente da nessuna parte!
Scritto coi piedi, popolato da personaggi avvincenti come bolle d’accompagnamento e razionali come triglie al salmì, una caterva di digressioni di rara inutilità per raccontarci quanto son belle e ben vestite le protagoniste… io davvero non mi capacito come cotanta spazzatura sia stata partorita dalla penna non di una ma di DUE autrici. Sacro Graal!
Il profilo dell’altra, Irene Graziosi
La delicatezza di un centrotavola di gondole veneziane racchiuse in palla di vetro, ‘na cafonata come poche altre (pag 167: “Mi sfilò il tampax e iniziò”) sono per me il segno distintivo di questa pompatissima e acclamatissima opera prima che ci ripropone il sempiterno topos della gggioventù tormentata & ribelle.
Cacofonico, sciatto, tutto ruota intorno alle pippe mentale di inflenZer e amica di influenZer ribbeeelli e tormentate e cattive e autolesioniste. La sinossi che lo accompagna in aletta di apertura, poi, è abbastanza fuoriviante perchè di torbido mondo dei media/social media/social network si parla con la profondità di una pozzanghera in una torrida estate di secca. Il finale, un picco infelicità tra il Giovane Werther e i fratelli Vanzina.
Ecco, qui molti dissentiranno e allora li invito – senza spirito polemico alcuno, anzi – a dirmi perché questo libro sarebbe BELLO.
I TOP LETTERARI DEL 2022
Mai stati così felici, Claire Lombardo
Se mai nutriste qualche dubbio sul fatto che le storie americane (okay: molte, storie americane) sono storie di tutti, storie in cui si entra, ci si accomoda in soggiorni, si partecipa con trasporto alle vicende di queste grandi famiglie disfunzionali sino alla dipendenza… io davvero vi invito a tuffarvi senza rete di protezione in questa stratificata, poderosa indimenticabile saga famigliare.
Non fatevi intimorire dalle quasi 700 pagine perché – credetemi – se il genere è il vostro, punterete sveglie antelucane pur di sapere cosa ne è delle sorelle Sorensen, le cui vite anche adulte tornano e gravitano attorno alla casa di infanzia di Fair Oaks, dove gli amorevoli genitori, David e Marylin, non hanno mai smesso di essere porto sicuro e riparato all’ombra del ginko di famiglia – come evocano le foglie in copertina.
DiesCi, senza se e senza ma.
Portami il diario, Valentina Petri
Arguto, ironico, sagace: non vi sono aggettivi lusinghieri che non siano già stati spesi all’indirizzo dell’ottima Petri e alla sua inimitabile dichiarazione d’amore ai suoi studenti e al suo lavoro di insegnante. Da figlia di & amica di svariati insegnanti, non ho potuto che accompagnare la lettura da vigorosi “sì sì” con la capoccia, né esimermi dal consigliare a tutti ma veramente tutti i miei contatti – da un lato e dall’altro della cattedra – questa lettura che arriva dritta la cuore.
Promossa con lode.
Le verità di Miracle Creek, Angie Kim
La violenta esplosione di una camera iperbarica nella contea di Miracle Creek, in Virginia, dà il via ad un processo per omicidio quantomai coinvolgente: pubblico ministero ed avvocato della difesa sono solo due dei tanti protagonisti che la magistrale Angie Kim, non per nulla avvocato, restituisce con tratto sicuro e ricchezza psicologica superlativa.
Risultato? Un legal thriller dal ritmo serrato in cui ogni singola pagina è un crescendo di climax e una nuova scoperta, ma anche un romanzo di denuncia appassionato che esplora le zone d’ombra della faticosa integrazione sociale delle comunità coreane in nord America, la capacità di reagire ai tracolli, il dilemma tra etica e sopravvivenza, il conflitto tra legami di sangue e giustizia processuale.
Ipnotico.
La casa di Fripp Island, Rebecca Kaufmann
Non conoscevo l’autrice, che tutti raccomandano per il pluripremiato “La casa dei Gunner” e non posso che ringraziare la mia sempre ottima Radiant Orchid che al Salone del Libro mi ha dirottata verso lo stnad della Sur a passo spedito,
Nell’atmosfera indolente e disimpegnata di una vacanza estiva, i destini di due famiglie si intrecciano e si legano indissolubilmente in virtù della morte di uno dei protagonisti che le segnerà per sempre.
Non vanta pretese da novello “Il nome della rosa”, ma si fa amare esattamente per quello che è: una murder story ben scritta e ben congeniata: l’abilità dell’autrice risiede, a mio avviso, nell’aver anticipato sin dalle prime pagine che una morte violenta si abbatterà sugli ignari vacanzieri. Un climax d’attesa pervade infatti poi tutta la storia, ove le dinamiche famigliari sono al centro della narrazione con spunti introspettivi potenti su conflitti di coppia e struggimenti adolescenziali, perché al lettore sorge spontaneo chiedersi chi arriverà al punto di uccidere chi e perché.
Poirot!
Tutto per i bambini, Delphine De Vigan
Ingredienti: una starlette di reality mancata, che diventata madre decide di rifarsi e trasformare i suoi figli, Sammy e Kimmy, in piccole star dei social network; un padre remissivo, incapace di opporsi; la piccola di casa che palesa i primi segni di insofferenza da sovraesposizione mediatica e scompare; una poliziotta fermamente intenzionata a ritrovarla.
Svolgimento: in un thriller ad alta tensione in cui ricerca investigativa e approfondimento sociologico diventano tutt’uno, l’ultimo romanzo della mia scrittrice francese preferita è ancora una volta acuto e intelligente.
E poi che voglia, di farne recapitare una copia alla premiata ditta monetizzatrice della qualunque Fedez&Ferragni!